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Snitch - L'infiltrato - Recensione

02/05/2013 | Recensioni |
Snitch - L'infiltrato - Recensione

Muscoli e ancora muscoli, ma Dwayne Johnson in Snitch - L'infiltrato, dimostra di avere anche un cuore e di usufruire della sua prestanza fisica, della faccia da duro e del potere intimidatorio, per riuscire a risolvere una grave situazione familiare e legale.

Jason (Rafi Gavron), il figlio di John Matthews (Dwayne Johnson), un uomo d'affari, viene arrestato con l'accusa di possesso di droga e dovrà scontare almeno dieci anni di carcere.
Jason è però rimasto incastrato e suo padre tenterà di far cadere l'imputazione. Grazie ad alcune conoscenze, contatta la procuratrice Joanne Keeghan (Susan Sarandon) che da sempre si batte per sconfiggere i grandi signori della droga, i due stringono così un patto: lei farà ridurre la pena al figlio e John, in cambio, infiltrandosi nell'organizzazione, aiuterà a scovare ed incastrare i più importanti trafficanti di sostanze stupefacenti, Malik (Michael Kenneth Williams) e Juan Carlos "El Topo" Pintera (Benjamin Bratt).

Il film, tratto da una storia vera, ruota intorno alla figura di un padre, che prima di ogni altra cosa, pensa a salvare suo figlio, a cercare di salvaguardare il suo futuro. 

All'apparenza, conoscendo la trama e notando che il protagonista è Dwayne Johnson, uno dei wrestler più famosi del cinema americano, è facile pensare che questo sia l'ennesimo film d'azione, dove l'attore non vede l'ora di mettere in bella mostra la propria corporatura e sfidare l'avversario, ma le aspettative verranno presto tradite.

L'azione certo non manca, ma arriva e si scatena solamente nella parte finale del film, il regista Ric Roman Waugh, ha infatti concentrato l'attenzione e puntato più sull'aspetto sentimentale, sul rapporto padre-figlio e ad esso ha aggiunto un chiaro messaggio di denuncia sociale.

L'accordo che John stipula con la procuratrice Keeghan, fa riflettere, sia per quanto riguarda l'aspetto familiare, atto con il quale il padre dimostra di essere disposto a tutto pur di aiutare suo figlio, ma anche per ciò che riguarda l'aspetto legale, sottolineando i segreti e i favori che il governo e la giustizia americana nascondono, per poter arrivare ai pezzi grossi delle organizzazioni criminali. Aspetti rimarcati con le didascalie finali le quali affermano che in America, chi è colto in flagrante mentre spaccia droga, riceve una pena minima di dieci anni, maggiore rispetto a chi uccide e stupra.

Snitch - L'infiltrato, appare come un banale film d'azione, ma in sé nasconde messaggi importanti e intrecci di persone e storie, che lo allontanano dai classici film alla Bruce Willis o alla Arnold Schwarzenegger, ponendo il protagonista in bilico fra la sua mole e la possibilità di poter dimostrare qualcosa per quanto concerne la recitazione.

Il risultato rimane in equilibrio instabile, controbilanciato dall'azione e da una sceneggiatura articolata, in grado di creare suspense e tenere il giusto ritmo.

Buono quindi l'intento del regista di creare un film per le famiglie, che potesse però attirare anche qualsiasi altro tipo di pubblico, dalle donne a chi solitamente ama i film d'azione. I muscoli si rilassano, ma il divertimento è comunque assicurato.

Alice Bianco

 


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